mercoledì 7 marzo 2012

Residenze secondarie: risorsa o spreco?

Fonte: UFPT
Avvertenza: questo post contiene un'opinione personale senza pretesa d'essere condivisa. L'articolo è un semplice contributo al dibattito. Il blog è aperto per pubblicare altre opinioni.

La prossima votazione federale sul tema della limitazione al 20% delle residenze secondarie, ha stuzzicato il mio interesse per una piccola analisi sulla situazione di Dalpe.

Scopro, facendo passare una pubblicazione del 2010 edita dall'Ufficio federale della pianificazione territoriale «Abitazioni secondarie: guida alla pianificazione direttrice cantonale», che il Comune di Dalpe ha un tasso di residenze secondarie superiore al 50%.
La possibilità di costruire e ristrutturare edifici adibendoli a residenze secondarie ha una storia che iniza negli anni '50 e che ha dato alla nostra regione vantaggi e svantaggi.
È indubbio che si è creato un certo indotto nell'edilizia, nel commercio e nel turismo. Non sono in grado d'affermare quanto abbia pesato nello sviluppo della regione, ma si tratta comunque di una realtà.
Qualche casa presente, in particolare all'interno del nucleo, è stata per fortuna ristrutturata per uso vacanziero e se così non fosse, è possibile che oggi  vi troveremmo dei diroccati.

Sull'altro piatto della bilancia abbiamo assistito ad un utilizzo del territorio non sempre razionale, con la conseguente esigenza di urbanizzare lo stesso e mettere a disposizione servizi quale lo sgombero neve, raccolta rifiuti, acqua potabile, ecc.
Qui mi sento di dire che la responsabilità pesa in parte sugli amministratori locali di allora che vedevano il territorio come un bene da consumare, piuttosto che utilizzare in modo lungimirante, ma si sa che col senno di poi i giudizi sono facili.

Un altro aspetto poco interessante per L'Ente locale è quello fiscale: la residenza secondaria genera un entrata all'erario comunale molto limitata e comunque inferiore, in genere, a quella esigibile da chi risiede permanentemente a Dalpe e quindi paga le imposte da domiciliato.

Tornado ai vantaggi, un fenomeno degli ultimi anni l'abbiamo vissuto con un ritorno o un arrivo di alcuni nuovi residenti domiciliati che hanno deciso di stabilirsi a Dalpe, utilizzando magari la casa che era stata edificata per le vacanze dai propri genitori.

Tirando le somme credo che la verità stia, come spesso succede, nel mezzo.
Le residenze secondarie non sono una bestia nera del nostro bel territorio, ma un'opportunità da usare meglio.
Non credo che accettare il limite al 20% delle residenze secondarie sia la strada migliore, anche perchè verrebbe ancora messo un altro vincolo federale ad una realtà assolutamente locale e dove i mezzi per gestire le storture esistono attraverso la pianificazione territoriale (piano regolatore).

A Dalpe, a giudizio mio, è diventato urgente il tema dell'aggiornamento del piano regolatore e del promovimento della residenza primaria, piuttosto che la penalizzazione di quella secondaria!